domenica 5 agosto 2012

WESTMALLE DUBBEL

La rivoluzione francese bussava alle porte e una dozzina di monaci del monastero di Nostra Signora della Grand Trappe in Normandia (Francia), decise di fuggire alle tragiche conseguenze della rivoluzione per raggiungere al più presto il porto di Anversa con lo scopo di imbarcarsi per l’America. Arrivati dopo un estenuante viaggio nei pressi di Malle, il vescovo Nèlis li pregò di fermarsi e per farli desistere dalle loro intenzioni assegnò loro una fattoria (nel luogo dove sorge tuttora l’Abbazia) messa a disposizione da R. De Wolf, un ricco signore del luogo. Correva l’anno 1794 e la storia della Westmalle ha ufficialmente inizio. La fattoria prese le sembianze di un vero e proprio monastero tant’è che il continuo aumento di monaci fece si che ben presto papa Gregorio XVI la elevasse al rango di Abbazia (era il 22 Aprile 1836). L’Abbazia veniva anche chiamata “Nooit rust”, ovvero “senza posa”, un appellativo che la dice lunga sullo stile di vita che contrastingueva la giornata dei monaci, e che derivava dalla particolare e ostica conformazione del terreno (rendeva la vita particolarmente dura a chi doveva lavorarlo). Con l’arrivo del primo abate Martins si giunse alla costruzione di una piccola birreria all’interno dell’Abbazia e il 10 dicembre 1836 i monaci provarono per la prima volta la gioia di bere la birra prodotta da loro stessi. Com’era prevedibile, all’inizio la birra veniva prodotta esclusivamente per il fabbisogno dei monaci, ma dal 1856 ogni tanto qualche bottiglia oltrepassava occasionalmente il cancello dell’Abbazia. Queste prime forme di vendita subirono un’ eccellente impennata e per venire incontro alla crescente domanda di birra l’Abbazia dovette ricorrere per ben due volte (la prima nel 1865 e la seconda nel 1897) all’espansione della birreria. Nel 1921 i monaci decisero di avvalersi di distributori esterni per la distribuzioni della birra, un passaggio fondamentale che portò la Westmalle ad essere a tutt’oggi la birra trappista più venduta in Belgio con i suoi 120.000hl all’anno (divisi equamente tra Tripel e Dubbel). Non avendo come obiettivo il profitto (ciò che costituisce il guadagno è destinato al sostentamento dei monaci, alla manutenzione dell’Abbazia e a finalità sociali e caritatevoli) tutto – dall’ammodernamento degli impianti alle materie prime – è improntato al mantenimento di un elevato standard di qualità. A tale scopo nel 1968 fu installato un proprio impianto di depurazione dell’acqua e nel 1991 fu installato un sistema computerizzato di controllo della produzione. Oltre al birrificio, l’Abbazia possiede una fattoria (il bestiame attualmente è costituito da una razza bovina originaria della città di Groningen nei Paesi Bassi e in estate è possibile ammirare gli animali al pascolo intorno agli edifici del monastero) e un caseificio (viene prodotto un formaggio a pasta semidura). Per quanto riguarda le birre, la produzione comprende 3 chicche. Dubbel e Tripel sono di facile reperibilità e commerciate in bottiglie da 33 e 75 (la dubbel anche in fusti), mentre la terza, la westmalle extra (4°) viene prodotta solo due volte l’anno ed è riservata all’uso interno e per gli eventuali ospiti dell’Abbazia. La Westmalle Dubbel è la dubbel per eccellenza. Color tonaca di frate, schiuma densa e cremosa dalla media persistenza e dal color nocciola pallido. Le sensazioni olfattive sono straordinarie (una ventata di floreale appena accennato spiana la strada a sentori più decisi di caffè e liquirizia), sensazioni che trovano facile riconferma nel palato (evidenti tracce di tostato), a cui si aggiunge una nota spavalda di frutta secca (fichi…) e una più timida di frutta matura (banana). Il corpo è prevedibilmente rotondo ma calibratissimo. La degustazione in abbinamento a formaggi è quasi d’obbligo. Curiosità: La Westmalle è stata la prima birreria a lanciare i termini “dubbel” e ” tripel” (derivano dall’usanza tradizionale di segnare le botti di maturazione del prodotto con delle X, due per le dubbel, tre per le tripel). Con questi termini si identificano tuttora una birra bruna di gradazione oscillante tra i 6° e gli 8° e dal corpo rotondo (dubbel) e una birra dorata di gradazione superiore (tra gli 8° e i 10°), molto fruttata e dal corpo più robusto.

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