giovedì 25 aprile 2013

DE RANKE SAISON DE DOTTIGNIES



Nel bicchiere è di colore un bel dorato, velato, con un cappello di schiuma bianca, fine e cremosa, molto persistente. Al naso sentori di miele e frutta gialla, una leggera pepatura che la rende molto vivace alle narici; la schiuma emana anche qualche sentore “rustico”, di campagna (polvere, paglia), che però svanisce assieme alla stessa. Al gusto c’è buona corrispondenza con l’aroma: imbocco dolce, con note di miele e di malto leggermente tostato, seguito da un deciso amaro erbaceo e leggermente citrico (reminescente della XX Bitter) che permane anche nel retrogusto non molto lungo. Leggera di corpo e beverina, è una saison molto pulita ed equilibrata. Semplice, rinfrescante Formato: 75 cl., alc. 5.5%

lunedì 22 aprile 2013

EXTRAOMNES BRUIN

la Bruin aggiunge un ulteriore tassello produzione brassicola  extraomnes che ha un profondo radicamento in Belgio. Inappuntabile l'aspetto, un marrone scuro con riflessi rossastri; schiuma compatta e fin troppo generosa, che fuoriesce rapidamente non appena la bottiglia viene stappata. Di color beige, cremosa e quasi indissolubile, al punto che un centimetro di schiuma rimane sempre presente nel bicchiere sino alla fine della bevuta. Naso complesso, ed interessante, dove s'intrecciano note di tostatura, sentori fruttati leggermenti aspri di ribes ed uva, note di cacao ed una gradevole speziatura donata dai lieviti. In bocca arriva abbastanza carbonata, con un corpo medio ed una gradevole morbidezza. Il gusto segue quanto l'aroma aveva anticipato; malto tostato, frutta sotto spirito, leggere note di cioccolato e caramello. Come tutte le altre Extraomes assaggiata, anche la Bruin è molto pulita; termina abboccata, con una nota predominante di frutta sotto spirto che scalda il palato. Il retrogusto è caratterizzaro da una nota amaricante, leggermente terrosa. Curiosamente Schigi di Extraomnes ha spesso dichiarato di non amare troppo le birre "scure", e che la ricetta della Bruin era quella sulla quale probabilmente il birrificio doveva ancora lavorare di più. un'ottima dubbel, calda, morbida e complessa ma beverina al tempo stesso, che riesce a tenere il passo dei migliori esempi belgi. Ottima in solitudine per un dopocena, ma anche ottima accompagnatrice a tavola.. Formato: 33 cl., alc. 7.1%, .

domenica 21 aprile 2013

BALADIN WAYAN

Wayan
Stile
Titolo alcolometrico
Birrificio
Formato
Saison
6%
Baladin
0.75 cl


Birra Biologica Wayan - BaladinIsaac e Wayan sono i nomi dei due bambini di Teo Musso deus ex machina delle Baladin. Wayan significa "prima nata", in balinese, ed è il nome della sorella di Isaac. E' ispirata alle saison della provincia belga dell'Hainaut ed è la prima birra biologica italiana certificata (QC&I). Viene prodotta con cinque cereali e, addirittura, nove spezie diverse studiate in una combinazione ben riuscita. Riesce a coniugare la facilità di beva con una discreta complessità aromatica. Versione ricca di corpo e sostanza di quelle che possiamo considerare una vera e propria birra-alimento. Alla vista è torbida (a causa dei lieviti in sospensione) dorata con leggeri riflessi aranciati. La schiuma è cremosa, compatta e abbondante. Al naso si avvertono, immediatamente, le note di lievito subito seguite da quelle più fruttate e agrumate, floreali, di rosa, ed aromatiche di pepe, coriandolo, lavanda, camomilla e bergamotto. Decisa nei profumi e stuzzicante nella beva. La speziatura è leggera per quanto generosa, delicata, fine ed elegante. Al palato risulta morbida ed allo stesso tempo dotata di una rinfrancante freschezza acida. Il luppolo dona una certa sapidità che bilancia ed equilibra la dolcezza del frumento. Più voluminosa a centro-bocca che persistente nel finale dove chiude un po' troppo repentinamente. Una birra ideale come aperitivo, che si sposa ottimamente anche con pesci elaborati ed insalate di stagione ma che può essere bevuta benissimo da sola.

EXTRAOMNES STRAFF



  • Descrizione
    Candido cappello di schiuma pannosa su un brillante ed innocente dorato. Al naso fruttato fresco, albicocca e melone, propoli, distillato di Mirabelle ed una leggera nota terrosa che ci richiama allo stile. Palato morbido all’inizio, subito smorzato da un taglio secchissimo provocato dalla quasi assenza di zuccheri residui e da un bilanciato amaro.
  • La Straff, in italiano “punizione”: filo spinato in etichetta, una belgian strong ale di 9,5°alcolici, una winter saison, che utilizza malto pils, zuccheri e luppoli europei, East Kent Golding, Stirian e Saaz, lievito saison che da note speziate e leggermente terrose , insieme ad un fruttato di pesca e melone, estremamente secca al palato con 0,7° Plato finali che permettono una grande bevibilità.
  • Gradazione Alcolica: 9,5%
  • Formato: 33cl
  • Bicchiere consigliato: Calice a tulipano grande
  • Stile: Belgian Ale / Strong Ale
  • Temperatura di Servizio: 9-11°C
  • Fermentazione: Alta


Luigi “Schigi” D’Amelio ed Extraomnes


Santo Schigi
di Paolo Mazzola 


Chi l’avrebbe mai detto che il polemista birrario più inviso  e temuto,  pluribannato da diversi forum e blog, terrore di tanti neofiti o poco esperti che in internet parlano di birra nei loro blog e che lo vedono inserirsi come un falco nei commenti con post micidiali , sarebbe diventato birraio, e che il microbirrificio per cui lavora”Extraomnes “, sarebbe diventato uno dei più interessanti del panorama nazionale….. ma procediamo con ordine.
Luigi “Schigi” D’Amelio nasce a Milano 47 anni fa, ultimo figlio , da genitori lucani, di Montemilone, piccolo paesino vicino l’oraziana Venosa. Studia architettura e si indirizza nel mondo del lavoro , settore commerciale, prima con agenzie d’assicurazioni e poi con DHL   che lascerà nel 2008 per dedicarsi a tempo pieno ad Extraomnes.

Appassionato da sempre di degustazione, sia di vino sia di birra. Partecipa  alla fine degli anni ‘80 ad un corso di birra tenuto per conto del comune di Milano in una casa comunale a Brera, da  Franco Re,all’epoca   giovanissimo  e molto magro. Il corso era impostato in maniera interessante, moderna, con molti aneddoti e legami con la storia della birra ad integrazione degli aspetti più puramente tecnici. La quantità di birra in degustazione non era  da dosi quasi “pediatriche” come talvolta accade oggi, ma esuberante e, dopo 5 birre , tra  cui una Samuel Smith…, una Giraf, forse qualche trappista e la Bass pale ale, si era completamente sbronzi.
C’era comunque poco in questo settore agli inizi/metà degli anni ’90 e Schigi si dedica  all’altra sua grande passione: il vino, frequentando nel 1994-1995 i corsi AIS per sommelier e alcuni seminari con Luigi Veronelli, con degustazioni tematiche, fra le quali ricorda come particolarmente istruttive e didattiche quelle in cui si degustavano alla cieca vini con  micro differenze, ( per esempio venti Trebbiano neutri d’Abruzzo) e verticali di grandi vini  (una su tutte quella di Bartolo Mascarello dal 1964)
Il primo rapporto professionale lo ha con l’ONAV, il cui corso frequenta a Piacenza  per poi inserirsi nell’organizzazione e lavorarci come giurato.
Nel 1999 segue il 1°corso sulla birra artigianale, in 3 lezioni al Baladin,organizzato da Lelio Bottero e tenuto da Kuaska,.
Avvezzo a degustare vino  esegue con rigore l’analisi visiva e poi quella olfattiva  e Kuaska lo pesca, unico fra i presenti,  col naso sprofondato nel bicchiere e si incuriosisce . Da quest’episodio nascerà un’amicizia  profonda e duratura  importante   per entrambi!
Fra le tante esperienze fatte con Kuaska cita i viaggi in Belgio, nei quali, grazie alle conoscenze e alla stima che i birrai belgi avevano per  Lorenzo, si degustavano birre particolari, sperimentali, introvabili ed era possibile cogliere aspetti, aneddoti  e sfumature altrimenti irraggiungibili se si viaggiava senza la sua preziosa guida. In particolare ricorda le esperienze con il grande De Dolle, visitato tantissime volte . Il birraio  Kris Herteleer  fiammingo è molto introverso e a volte stenta a salutarti, per fortuna la moglie Elsa, di origine spagnola, media un po’ le asperità, ma dopo un po’  che si è da lui inizia a stappare anche birre  vecchie, esperimenti introvabili e chiede continuamente pareri e confronti …ed alla fine si esce super sbronzi! In casa  Herteleer, contrariamente alle apparenze, comanda la madre di 95 anni, di fronte alla quale ancora oggi Kris ammutolisce. La mamma ha guidato fino a pochi anni fa con autorità  le visite nell’azienda.
Dal  rapporto con Kuaska nasce anche la sua partecipazione come giurato a tutti i concorsi birrari organizzati per gli homebrewer ; negli stessi anni collabora con Unionbirrai, in particolare con Agostino Arioli e sfrutta la sua esperienza di degustatore partecipando alla struttura di formazione e creando il corso di degustazione birra di 2°livello. Quando avviene la spaccatura fra il mondo pro che resta in Unionbirrai ed il mondo appassionati e homebrewer, migra in Mo.Bi. con il buon Davide Bertinotti” il fondatore talebano” ( ? un po’ forse…), Massimo Faraggi, Stefano Ricci, Marco Pion, Kuaska e tanti altri….., Movimento dei Consumatori Birra artigianale .
L’attività per la quale Schigi era  più conosciuto( oggi il successo di Extraomnes sta modificano un po’ ciò ed anche incrementando la capacità di mediazione…) è senz’altro quella di polemista in internet. Chi non ricorda sul newsgroup hobby birra le estenuanti polemiche con il gruppo A.d.B. di Paolo Polli, costretto nel suo sito a creare un forum chiuso per evitare di essere invaso da post ostili, pochi sono stati risparmiati, io stesso sul forum Gambero Rosso e su hobby birra non sono uscito indenne, così Alfio Ferlito di beerpassion, Cerevisia e tantissimi altri.  Non a caso suo è il record di messaggi su hobby birra .
Preferisce la  forma del newsgroup, non moderata, anarchica a quella dei forum o dei blog, perché  non è importante chi scrive ma ciò che si scrive, nei forum invece predomina  l’attenzione all’immagine.
Il sangue che si versa nelle polemiche, a volte molto fastidiose, spesso è finto!,dichiara vigorosamente,  i post sui forum sono come il wrestling …un esercizio sportivo senza morti e feriti!!!
Le polemiche nascono quando si  attacca Kuaska, al quale è molto legato o quando vengono dati giudizi trancianti sulle birre senza motivazioni di fondo da persone inesperte….”E’ meglio che studi capra”
Ma veniamo alla produzione di birra…..
Schigi  nel 2007 organizza a Magnago vicino a Legnano, città nella quale oggi vive, un corso di birra in un’enoteca e conosce persone della torrefazione di caffè “El Mundo” di Marnate (VA) che vogliono investire in un’attività birraria .
Inizia così il progetto Extraomnes ; con una pianificazione dettagliata, si acquista un impianto Marican per homebrewer, abbastanza sofisticato e da lì inizia una sperimentazione di ricette che durerà 3 anni, dal 2007 agli inizi del 2010, per capire se le birre prodotte potevano avere successo e se quindi un progetto più industriale poteva essere avviato. Cavie e giudici sono stati in questi 3 anni i loro numerosissimi  amici ed  appassionati. E’ molto apprezzabile che tutto ciò sia avvenuto in incognito, solo pochi addetti sapevano che c’era un progetto birrario al quale Schigi stava lavorando!!
Alessandro e Annalisa Cantadori e Andrea Giberti sono gli artefici del progetto Extraomnes , guidati dalle conoscenze e dal gusto birrario di Schigi.
Con l’impianto Marican   sono state prodotte più di 100 cotte, a volte con l’aiuto di bravi homebrewer, su una filosofia di fondo che privilegia birra di ispirazione belga, con radici e senso della tradizione molto forte, con cura del dettaglio estremo, come è nel carattere di Schigi, dove l’innovazione è vista a complemento di questa filosofia.
Nel 2008 lascia il lavoro alla DHL e si dedica anima e corpo a questo progetto, contemporaneamente viene assunto come commerciale per la torrefazione El Mundo.
Viene scelto esclusivamente  il formato da 33 cl., perché si adatta ad una filosofia che vede la birra come  prodotto da bere, semplice e non da contemplare e farne un culto .Si può bere da soli,a casa,  al pub o al bar, non c’è bisogno del ristorante megastellato !. Coerente con questa filosofia è l’attenzione ai prezzi,sempre  equi, argomento cruciale, dopo tante battaglie condotte sul web  .
La parte grafica   è molto curata.  In etichetta campeggia un cane nero, da “cave canem “ di pompeiana memoria, che vuol dire tradizione  rivisitata in chiave moderna, il cane infatti ha un atteggiamento tra il  misterioso,l’ aggressivo e lo   spaventato . Sul guinzaglio c’è scritto “Licet insanire” una sorta di ironico diritto alla sbronza,in barba a tutte le battaglie sull’abuso di alcool, spesso insignificanti e  aspecifiche!
Extraomnes, dopo tanta sperimentazione parte nel maggio 2010 con la parte burocratica assolta velocemente. L’impianto viene acquistato  da Steel Food, un artigiano Parmense, dopo lunghe chiacchierate con Fausto Marenco di Maltus Faber che lo  ha scelto per la sua azienda. Anche Valter Loverier per Loverbeer si è orientato allo stesso modo . L’impianto ha una capacità in cottura di 10 hl/cotta , è molto semplice e maneggevole.
Le birre, tutte sperimentate sull’impianto Marican,  come detto ,si rifanno alla tradizione belga vissuta con profondo rispetto per le tradizioni , ma obbediscono anche alla prima legge di Murphy : “sono birre che piacciono prima di tutto a Schigi, Andrea, Alessandro e Annalisa”  :
Blond : 4,4 alcolici, lievito trappista, solo malto d’orzo, come luppoli East Kent Golding da amaro, utilizzato perché dona un amaro fine e Amarillo a fine bollitura in dry hopping. Equilibrio spostato verso l’amaro, con sensazioni di pompelmo, agrumate e resinose, ma anche di spezie, pepe in particolare .Attualmente viene prodotta con l’aggiunta di un generoso dry hopping che le dona un aroma ancora più intenso .
Saison : 6,9 °alc.caratterizzata dal lievito grande protagonista anche nell’attenuazione , portata sotto un grado Plato  e che dona sensazioni speziate di pepe all’olfatto e di frutta, banana e tropicale, chiude elegantemente con il balsamico donato dai luppoli europei , Saaz e Stiryan Goldings.
Tripel : Birra equilibrata da 8,6°alc,. forti connotazioni del malto e del lievito, sensazioni di frutta matura e leggero caramello, insieme a note  alcoliche abbastanza pungenti. Chiude secca, essendo ben attenuata  ( scuola Westmalle?) e per la freschezza data dal luppolo aromatico adoperato.E’ la birra più venduta, grazie alla facilità di approccio anche per un pubblico non necessariamente supe-esperto
Bruin : Caratterizzata da note dolci tostate di caffè e di cacao, insieme al fruttato da fichi al cioccolato , di buon corpo si caratterizza  al gusto per le sensazioni morbide e la chiusura calda da “distillato”.Ha come particolarità l’utilizzo come”zucchero di bollitura” , per dare tenore alcolico sena appesantire il corpo, di una pasta zuccherina di marroni che accentua le note di frutta secca.
Zest : Nata dopo nel febbraio 2010, quando presentata all’IBF di Milano viene giudicata la migliore della manifestazione, una belgian ale da lievito Saison, molto secca e beverina, con 5°alcolici e luppolo Citra. Provata al Blind Pig mi piacque molto per la sua bevibilità ed eleganza, complice l’eccellente Citra.
La versione “Reserva”, della natalizia Kerst, invecchiata per 9 mesi  in barrique che ha contenuto Barbera d’Alba di un rinomato produttore. Ricolmata continuamente con birra fresca per limitare le ossidazioni , estremamente secca, 0,5 °Plato finali , chiave per poter bere facilmente una birra di ben 13° alcolici senza avvertire stucchevolezza , aiutati anche dall’acidità dell’ acido malico proveniente dallo sciroppo di mele aggiunto in bollitura. Da notare che ad inizio maturazione la gradazione è 10°alc, in questi 9 mesi insieme alla maturazione avviene  una importante fermentazione residua ! La birra, degustata  a “Birre sotto l’albero” il 18 dicembre   mi è piaciuta particolarmente per la sua complessità , la sua secchezza ed il suo equilibrio, anche Kuaska l’ha dichiarata natalizia dell’anno !”

La Straff, in italiano “punizione”: filo spinato in etichetta, una belgian strong ale di 9,5°alcolici, una winter saison, che utilizza malto pils, zuccheri e luppoli europei, East Kent Golding, Stirian e Saaz, lievito saison che da note speziate e leggermente terrose , insieme ad un fruttato di pesca e melone, estremamente secca al palato con 0,7° Plato finali che permettono una grande bevibilità.
Leonardo di Vincenzo l’ha apprezzata moltissimo, pur ammettendo di essere rimasto lui stesso vittima della “punizione” che inesorabilmente colpisce dopo qualche calice.


Devochka : birra a quatto mani ( in realtà 6 con Moreno Ercolani di Olmaia), con Mirko Caretta e Marco Chiossi del progetto Buskers, birrificio itinerante. Belgian strong ale  da 8,8°alc., con generoso utilizzo di luppoli americani, tra cui l’introvabile e molto fine Falconer’s Flight, il Simcoe, il Citra ed un generoso dry hopping di Centennial in fiori
Il bouquet varia dalla frutta tropicale ( pasion fruit, Litchi, Kumquat) al balsamico con accenti quasi mentolati, senza rinunciare ad una “belgitudine” spiccata data dal lievito, come firma di Extraomnes.

BLANCHE DE NAMUR

Blanche de Namur è una birra belga prodotta dalla Brasserie Du Bocq, fondata nel 1858 da Martin Belot e che è proprietaria del marchio. Si tratta di una delle più conosciute birre bianche (blanche/wit). Si distingue oltre che per il suo odore speziato e per un dolce sapore di agrumi, per essere una birra fresca e facilmente bevibile. È prodotta con malto d'orzo e frumento crudo, i suoi sentori speziati e fruttati sono dati dall'uso di coriandolo e curacao in fase produttiva. Nel 2009 si è aggiudicata il titolo di miglior birra bianca al mondo al World Beer Awards.

La Brasserie Du Bocq è stata fondata nel 1858 da Martin Belot e rappresenta ancora oggi una delle poche realtà interamente a conduzione familiare. Si trova nella provincia belga di Namur, nel cuore della regione turistica di Condroz, a Purnode nella zona sud-occidentale vicino al confine con la Francia. Ancor oggi questa piccola ma vivacissima birreria utilizza il processo di produzione tradizionale: l’alta fermentazione secondaria in bottiglia.

sabato 20 aprile 2013

DE DOLLE OERBIER


La storia della De Dolle Oerbier è una storia di cambiamenti, voluti o dovuti, che sono avvenuti dal 1980 - anno in cui è stata brassata per la prima volta - ad oggi. Il più radicale avviene probabilmente nel 2000, quando la Rodenbach, il birrificio che forniva a De Dolle il lievito utilizzato per la Oerbier decide, dopo essere passato sotto il controllo della Palm, di sospendere la distribuzione di lievito ai suoi precedenti clienti (tra i quali c'era anche l'abbazia si St. Sxitus/Westvleteren). Kris Herteleer deve allora trovare una soluzione; dopo alcuni tentativi falliti con lieviti alternativi, risulta a lui chiaro che l'unica alternativa è cercare di "replicare" il precedente lievito della Rodenbach, che donava alla birra alcune caratteristiche di una oud bruin, utilizzando quello rimasto. Ma anche questa soluzione appare difficile: i primi esperimenti danno grossi problemi di rifermentazione, che sembra non finire mai, provocando l'esplosione di molte bottiglie. Non tutto il male viene per nuocere però; la prospettiva di perdere tutto ciò che era stato prodotto stimola l'ingegno di Kris a travasare la birra in alcune botti di legno, per creare così la Oerbier Reserva. Con l'aiuto di un microbiologico, quasi per caso viene trovata la soluzione; da un paio di fusti di Stille Nacht (che utilizzava lo stesso lievito) rientrati dalla Finlandia Kris riesce a recuperare un ceppo del vecchio lievito ed a coltivarlo, con ottimi risultati. La soluzione soddisfa Kris, anche se il gusto della birra non è più quello di prima; inoltre, la malteria belga Huys, storico fornitore di De Dolle, chiude e bisogna anche pensare a trovare un'alternativa anche ai malti. Se v'interessa l'intera storia, la trovate q
ui
. Si potrebbe poi discutere sul fatto che sia corretto o no mantenere lo stesso nome ad una birra così profondamente cambiata nel corso degli anni; probabilmente il "nome" e la "fama" ormai consolidata del prodotto hanno fatto prendere a Kris la discutibile decisione di tenere in vita il nome per sfruttarne, nonostante tutto, la notorietà. 

 Il colore è marrone rossastro, quasi tonaca di frate, opalescente; molto generoso il "cappello" di schiuma, color ocra, fine, cremoso e molto persistente. Naso molto pronunciato e dolcissimo: toffee, zucchero di canna, frutta sotto spirito (uvetta, prugne), datteri, leggeri sentori di pane nero. Molto pulito. Il corpo è medio, con una carbonazione abbastanza sostenuta. Il gusto non si discosta molto dall'aroma: molto dolce, ma meno pulito, ripropone la stessa frutta sotto spirito, toffee, liquirizia. L'apporto dei lieviti (speziatura) è molto blando e l'elevata gasatura fa un po' "a pugni" con l'accenno di carattere vinoso; il risultato non è esattamente quello che banalmente alcuni definiscono "birra da meditazione", il palato rimane sempre abbastanza appiccicoso dopo ogni sorso. C'è un finale leggermente amaricante (frutta secca) ed etilico ma non basta a riportare il necessario equilibrio. Questa Oerbier si beve abbastanza bene, l'alcool c'è e riscalda ma non fa sentire troppo la sua presenza. Formato: 33 cl., alc. 9%, 

BROOKLYN LAGER

Brooklyn Lager, etichetta di punta della birreria, è la birra della città di New York. Prodotta secondo una ricetta pre-proibizionismo, che risale ai giorni in cui Brooklyn era la capitale della birra della East Coast. La Brooklyn Lager ha vinto numerosi premi. Il famosissimo scrittore Michael Jackson ha scritto nel "Simon & Schuster Pocket Guide to beer": "Il secco luppolato, fresco, floreale, saporiti, Brooklyn Lager  ha iniziato bene nel 1988, e da allora ha continuato a guadagnare carattere". 

Birra dal colore giallo carico, aroma delicato dominato da sensazioni fruttate date dai luppoli USA. Molto delicata e pulita, in bocca è agrumata, con sentori di frutta esotica. Fresca e beverina. 

Grado alcolico: 5.2%Alc 
Formato 35,5 CL

35.5cl

sabato 13 aprile 2013

Bommen & Granaten DE MOLEN


Nome:


Bommen & Granaten

Nazione: Olanda 
Gradazione: 15,2% Vol.

Già dal nome, questa barley wine da 15,2%, fa capire molto di sè, e le aspettative non vengono assolutamente tradite. Prodotta dal birrificio De Molen, famoso in tutto il mondo per le sue prestigiose creazioni, si presenta con un bel color rame, cristallino, e con una schiuma non molto abbondante e poco persistente. Colpisce subito al naso con il suo aroma carico di frutta, tra cui si riconoscono arance, mandarini e mele. Il gusto è sorprendente e lascia una piacevole sensazione di calore e di benessere, che ci accompagna per tutta la birra e non solo per i primi sorsi. A prevalere su tutte sono le note dolci di frutta, caramello e malto, alle quali si aggiungono, con gusto ed in maniera perfettamente bilanciata, note di mandorle e noci. Nel retrogusto emerge una delle caratteristiche particolari di questa creazione di De Molen, l’utilizzo di lievito da champagne, il quale dona un giusto equilibrio al sapore ed al corpo della birra. A chiudere si percepiscono delle note sfumate di uva e di curacao, che ben si addicono ad una birra molto decisa. Il mio consiglio è di berla da sola, per apprezzarne al meglio tutte le calde sfumature ed il suo particolarissimo gusto. Evitate assolutamente di berla fredda, anzi, una temperatura ideale sarebbe tra i 15° C ed i 18°C…logicamente versata in un bel balloon per esaltanere l’aroma. Un ultimo piccolo consiglio, cercate di farla invecchiare quanto più possibile, con il tempo darà il meglio di se!

Birra prodotta con lievito da champagne, presenta al naso sentori fruttati di arancia, mandarino e mele dolci. Corposa e potente , presenta una luppolatura evidente e grazie all'altissimo uso di malti speciali riesce a nascondere benissimo gli oltre 15%Alc. Al retrogusto si possono poi trovare note di champagne (date dal lievito), uve e curacao. Il calore che sprigiona in bocca vi coccolerà fino alla fine della bottiglia! Birra IMPERDIBILE, per PALATI FORTI!

Grado alcolico: 15.2%Alc
Formato: 33cl

Verdi Imperial Stout BIRRIFICIO DEL DUCATO



Verdi Imperial Stout



Birra di alta fermentazione rifermentata in bottiglia. Ha color ebano scuro, denso e impenetrabile, e schiuma color cappuccino. Al naso presenta aromi che vanno dal cioccolato alla liquirizia, dai fondi di caffé al tabacco, con sfumature liquorose. In bocca ha un corpo pieno, morbida e secca, di gran persistenza. Il finale rivela una sorpresa piccante in grado di destrutturare la pienezza della birra e rendere la gola avida di nuovi sorsi.
Si presta bene all’invecchiamento.

Avendo fondato il Birrificio del Ducato a Roncole Verdi ci sembrava doveroso dedicare una birra al Maestro Giuseppe Verdi. Quando tornai dal mio primo viaggio a New York decisi di creare una Imperial Stout che, però, si distinguesse da tutte quelle che avevo bevuto là in maggior equilibrio, eleganza e bevibilità. Per fortuna già dalla prima cotta riuscii ad imboccare la strada, ovviamente poi la ricetta è stata affinata, ma l’idea era quella. L’originalità della sua ricetta sta poi nell’uso del peperoncino: in effetti l’abbinamento classico è qui riproposto con le note di cioccolato della birra, ma soprattutto si rivela un espediente molto azzeccato perché il finale piccante stuzzica la gola andando ad alleggerire la pienezza di gusto e di corpo della birra rendendo la bevuta più facile.
La Verdi Imperial Stout è stata la prima birra artigianale italiana della storia ad ottenere una medaglia d’oro ad un concorso internazionale per stili: nel 2008 ha vinto l’oro all’European Beer Star nella categoria Imperial Stout.

Una birra da meditazione, si accompagna con dolci al cioccolato, pasticceria secca e con alcuni formaggi erborinati.

Alc. 8,2% 20,0°P

Temperatura di conservazione: tra +4 e +18 °C (se conservata in frigo preserva più a lungo le sue caratteristiche)
Temperatura di servizio: tra +10 e +18 °C (a seconda della temperatura dell’ambiente)
Da versare in calici a chiudere.
Nato nel 2007, il Birrificio del Ducato è oggi il microbirrificio italiano più premiato al mondo. Da Roncole Verdi, nella Bassa Parmense, luogo di nascita di Giuseppe Verdi e terra di salumi stagionati e vini frizzanti, una storia fatta di sacrificio quotidiano e tanta passione. Grazie alle capacità e all’impegno di Giovanni Campari, passato da homebrewer e laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari, birraio radicale e visionario, e Manuel Piccoli, artigiano dei numeri, con una chiara visione imprenditoriale, il Birrificio del Ducato ha saputo primeggiare nelle competizioni nazionali e internazionali e attualmente esporta oltre il 15% della propria produzione (USA, Canada, Brasile, Norvegia, Svezia, Spagna, Giappone), realizzando una crescita costante dell’80% del fatturato totale su base annua.
nel 2008  Medaglia d’oro all’European Beer Star a Norimberga per la Verdi Imperial Stout, prima birra italiana a vincere una competizione internazionale
nel 2009  La rivista statunitense Draft Magazine pubblica un elenco delle migliori 25 birre al mondo e inserisce anche la Nuova Mattina (brand per il mercato americano della New Morning), unica etichetta italiana presente. Lo stesso anno anche la rivista statunitense Wine Enthusiast inserisce la New Morning tra le migliori 25 birre al mondo
nel 2010  Medaglia d’argento con la VIÆMILIA alla World Beer Cup, il più importante concorso birrario del mondo che ha luogo ogni due anni negli Stati Uniti e ben 5 medaglie all’International Beer Challenge di Londra, tra cui 2 d’oro con la Black Jack Verdi Imperial Stout e la Sally Brown “Baracco. A soli tre anni dall’avvio della produzione tutte le birre del Birrificio del Ducato hanno ottenuto un premio in un concorso birrario. All’European Beer Star BdD vince 4 medaglie tra cui l’oro con la VIÆMILIA, mentre in patria ottiene il titolo di “Birrificio dell’anno”.
nel 2011   In Italia il Birrificio del Ducato bissa il titolo di “Birrificio dell’anno”, unico nella storia del concorso ad aggiudicarsi due edizioni di seguito, mentre all’European Beer Star, le medaglie vinte sono sette, con due ori con Beersel Morning e Sally Brown, anche questo risultato unico nella storia del concorso.

Oggi il Birrificio del Ducato prosegue nella sua politica di crescita: sul versante produttivo una nuova linea di birre artigianali di qualità non filtrate e non pastorizzate destinata alla grande distribuzione porta il nome di Bia (Birra Italiana Artigianale) già lanciata sul mercato, beneficerà di una campagna di comunicazione con un nuovo sito dedicato e uno spot “virale”. Mentre, parallelamente, prosegue la ricerca sulle birre da invecchiamento, affinate in barrique. destinate a una clientela di esperti e superappassionati, in tutto il mondo. Il successo impone al Birrificio del Ducato un progetto di investimento per accrescere la capacità produttiva e la possibilità di raggiungere una fetta più ampia del mercato mondiale con le proprie etichette. Con uno stabilimento tutto nuovo, progettato da zero e dimensionato per compiere il grande balzo in avanti, il Birrificio del Ducato si proporrà come portabandiera italiano della rivoluzione mondiale della birra artigianale.


giovedì 11 aprile 2013

BLANCHE DES HONNELLES


BLANCHE DES HONNELLES
Un gioiello della Abbye De Rocs, davvero una delle migliori bianche della Vallonia, ancorché atipica: questa insolita Blanche presenta infatti un colore tendente più al paglierino e un grado superiore alle altre birre bianche, che in genere si attestano sui 4.5°, prodotte sempre con i tre cereali: orzo, frumento, avena. Il suo gusto è sorprendente: dal carattere fruttato leggermente secco, è rinfrescante senza alcuna acidità
 
Scheda Prodotto
StileBLANCHE
NomeBLANCHE DES HONNELLES
ProvenienzaBelgio
Grado Alcolico6.0%
Temperatura5 - 6 ° C
  
Contenuto33 CL

SCHNEIDER WEISSE UNSER AVENTINUS – TAP 6





Score
100100
OVERALLStyle
Brewed by Weissbierbrauerei G. Schneider & Sohn
Style: Weizen Bock
Kelheim, Germany
Serve in Dimpled mugSteinWeizen

bottled
common
on tap
common
Add Distribution Data
send corrections   |   shelftag     |   edit barcodes  
RATINGS: 2659   WEIGHTED AVG: 4   EST. CALORIES246   ABV8.2%
COMMERCIAL DESCRIPTION
Deep and complex – for big and relaxing moments by the fire.

Dark-ruby colored wheat doppelbock with a creamy fine head. Strong notes of ripe bananas, raisins and plums meet liquorice and roasty aromes. Full-bodied and warming, with a well-balanced and smooth finish. The ideal companion for hearty roast meat, venison and also fruity chocolate desserts, “Kaiserschmarrn” (pancakes), “Elisenlebkuchen” (christmas cookies) or blue cheese.

Oldest wheat doppelbock of Bavaria. Since 1907. 18.5°
SCHNEIDER WEISSE UNSER AVENTINUS – TAP 6

Dal colore rosso rubino carico, questa weizen bock presenta una schiuma candida  e densa molto persistente. Il profumo e l’aroma sono avvolgenti, caldi di nocciole, caramello e malto. Il corpo è pieno e forte, infine lascia un lungo retrogusto amaricante.


Stile:weisse
Fermentazione:alta
Aroma:fruttato
Intensità olfattiva:deciso
Ricchezza retrolfattiva:buona
Finezza olfattiva:equilibrata
Persistenza retrolfattiva:fruttata
Gusto:dolce
Corpo:rotondo
Amaro:amaro assente
Equilibrio gustativo:buono
Schiuma:compatta
Frizzantezza:gassata
Colore:rosso rubino scuro
Aspetto:velato
Bicchiere consigliato
Abbinamento gastronomico
• Paste condite con ragù di selvaggina
• Arrosti farciti ai funghi, serviti con marmellata di mirtilli
• Dolci speziati fatti con farina di segale e frutta secca

domenica 7 aprile 2013

TOURNAY BLONDE 33CL


I due malti e i quattro luppoli che contribuiscono alle caratteristiche di questa eccellente ale belga rifermentata in bottiglia le conferiscono un equilibrio riscontrabile in poche altre birre di questa tipologia. Dal punto di vista aromatico ecco il punto forte dell’equilibrio di cui sopra: un profumo di luppolo in fiore che palesa un erbaceo elegante ma non così decisivo al palato, che risulta secco e ben amaro solo nel finale per regalare la voglia di berne ancora. Il suo gusto morbido concede solo qualche tono di malto acidulo e di frutta cotta. Al naso si rivelano note di malto chiaro, malto cristallo e zucchero candito. Anche alcune note fruttate sono percettibili: mandarino, pera e ribes nero.  
Provenienza Templeuve (Hainaut – Belgio) Provenienza
Fermentazione Alta
Tipologia Strong Belgian Golden Ale
Colore Oro (10)
Grado Saccarometrico 15,2
Grado Alcolico in Volume 6,7
Volume (cl) 33cl
IBU 23

sabato 6 aprile 2013

EXTRAOMNES SAISON


Complessa ma non difficile. Corroborante e beverina, come nella rigorosa tradizione stilistica delle Saison, birre del pranzo estivo contadino. Al naso e in bocca è un’esplosione di fresca solarità.

Oro brillante sormontato da una meringa di schiuma fine e compatta. Naso caratterizzato dalla speziatura tipica del lievito utilizzato, pepe fresco su un floreale bianco che ricorda il sambuco e il tiglio. La bocca, dopo un attacco morbido,si distingue per una piccante freschezza,che termina con una luppolatura vegetale e balsamica che ricorda la radice di liquirizia. Si sposa bene a piatti caratterizzati da una buona grassezza e anche speziatura, come salumi e affini. Resiste anche a carni di selvaggina e sorprende su piatti speziati della cucina indiana.
  • Gradazione Alcolica: 6,9%
  • Formato: 33cl
  • Bicchiere consigliato: Calice a tulipano grande
  • Stile: Saison
  • Temperatura di Servizio: 8-10°C
  • Fermentazione: Alta

bevuta con verdure in tempura e carne bianca ha regalato ottime sensazioni al palato.







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