sabato 9 giugno 2012

Erbaluce di Caluso FIORDIGHIACCIO

L'Erbaluce di Caluso FIORDIGHIACCIO e' un una selezione di uva Erbaluce che viene sottoposta ad un trattamento di criomacerazione (macerazione a freddo) ottenuta con iniezioni di ghiaccio secco durante un periodo di macerazione di 24 ore. In questo modo la bassa temperatura impedisce inneschi di fermentazione, la buccia puo' cedere al mosto TUTTI i suoi intensi profumi e sapori di frutta esotica (ananas e banana) che vengono in questo modo esaltati. E' un vino per palati esigenti che ben si addice ad essere servito come aperitivo o con piatti di pesce. Va servito fresco ad una temperatura di 8-10 gradi. CRIOMACERAZIONE La criomacerazione, anche detta macerazione a freddo o a bassa temperatura, e' un trattamento che consente di ottenere dalle uve del vitigno Erbaluce di Caluso un incremento della nota aromatica e contemporaneamente una riduzione dell'acidita'. La criomacerazione si ottiene con iniezioni di ghiaccio secco (CO2) durante il periodo di macerazione di 24 ore. Il ghiaccio secco (CO2 allo stato solido) consente di avere disponibile una sorgente di freddo che assorbendo calore sublima, passando direttamente allo stato gassoso. La Cantina Produttori Erbaluce di Caluso, nata nel 1975 e costituita da 160 soci, associa circa l'80% dei produttori di Caluso. La cantina viene utilizzata anche come laboratorio didattico dagli allievi dell'Istituto Agrario Ubertini. Attrezzature e tecniche di vinificazione sofisticate permettono di ottenere prodotti finali con un alto livello qualitativo nel rispetto dei parametri contenuti nei disciplinari DOC delle tre tipologie di Erbaluce di Caluso e del Canavese. La moderna linea di imbottigliamento ad elevata capacità produttiva permette di imbottigliare la parte pregiata del prodotto, mentre la parte rimanente è venduta sfusa direttamente presso il proprio stabilimento.

Guldenberg

Nome: Guldenberg Produttore: Brouwerij De Ranke Nazione di appartenenza: Belgio Gradazione: 8.50% Vol. Stile: Ale stile Belga - Ale belga Colore: oro carico Note: Tra i casi strani della produzione birraia internazionale, quello della Brouwerij De Ranke è forse il più strano di tutti. Si tratta infatti di uno stabilimento in prestito…. Due geni assoluti, Nino Bacelle e Guido Devos, passano i fine settimana tra le strutture di un birrificio nelle Fiandre Occidentali, affittato per l’occasione, e trascorrono qualche ora nella tranquilla produzione di birra. Ma anziché la commovente brodaglia tipica dei dilettanti, sfornano alcune tra le ale più buone e originali del mercato belga. Ciò che distingue la coppia Bacelle & Devos (noti in patria come Nino & Guido, ma qui sembrerebbe un duo di Zelig…) dai colleghi connazionali è un amore viscerale e bizzarro per il luppolo, utilizzato il più delle volte in maniera sperimentale, e con mix tanto audaci quanto interessanti. Il risultato è una gamma di birre ciascuna delle quali tende a sfuggire a qualsiasi etichetta, anche a quella impostale dai produttori stessi. È il caso di questa Guldenberg, una ale dal colore dorato carico che sulla bottiglia riporta la volutamente fuorviante definizione “abdijbier” (birra d’abbazia). Si tratterebbe, secondo il poco convinto consenso comune, di una tripel, definizione che, pur non essendo riservata alle abbazie, tuttavia è ben associabile ad esse, soprattutto come versione chiara e dolce della dubbel. Ora, chiunque conosca bene le tripel potrà constatare, assaggiando la Guldenberg, come essa se ne discosti notevolmente. Il colore è quello giusto, ma già dall’aroma emerge un secco acidulo che di tripel ha proprio poco: è frutto del lievito brettanomyces, utlizzato per alcune ale brune agrodolci, quasi mai per birre di questo tipo. La consistenza della schiuma, la leggerezza oleosa del corpo, l’effervescenza sembrano suggerire, più che una tripel, una saison. Ma il gusto smentisce anche questa impressione: frutti misti, pere e agrumi in testa, ricoprono uno strato di dolce malto, appetitoso come una torta appena sfornata, e una ricchezza di liquore cremoso, speziato di cumino. Avevamo ragione, allora, è una tripel! No, perché dopo aver sedotto il palato con dolcezze sopraffine, il gusto evolve rapidamente verso un secco di luppolo, inaudito in un contesto simile, e sul finale presenta un acido-amaro quasi di grappa. Il retrogusto è amarissimo e persistente, con una vaga nota di malto che sembra chiamare aiuto da lontano. Giudizio finale: non è una tripel, non è nemmeno una saison, ma è abbastanza di tutte e due per non essere una normale golden ale secca. Non ci sono definizioni adatte, e devo quindi limitarmi a un generico e poco compromettente ‘ale’. Il giorno in cui nascerà un’altra birra simile, potremo forse inventarci il nome di un nuovo stile; per ora, la Guldenberg resta sola e fieramente isolata nel panorama delle birre. Nell’Olimpo, direi, perché trattasi di un prodotto che può veramente piacere a molti: ai meno esperti per la bontà del suo aroma e per la sua bevibilità, a dispetto della complessità di gusto. Agli esperti perché, dopo centinaia di degustazioni, possono, ancora una volta, essere sorpresi da una birra ricca di colpi di scena. Temperatura di servizio: 10 - 13°C

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