domenica 29 gennaio 2012

MAROCCO 2009









San Dalmazzo

San Dalmazzo:
Artigianale - alc. 5,2% vol.
Birra chiara con alta presenza di luppolo, a metà strada tra una IPA e una chiara d' abbazia. Il colore è dorato carico, leggermente velato, la schiuma fitta e persistente. Fine nelle sensazioni olfattive offre intense e variegate note floreali, che si amalgamano bene in toni mielosi smorzati subito da accenti agrumati. In bocca è fresca e morbida: domina la tendenza amarognola, evocante ricchi toni vegetali.

domenica 22 gennaio 2012

Bibock "La prepotente"

"Bibock®
Bock, in tedesco indica genericamente il maschio delle capre ovvero in italiano "Caprone" o "Becco". In realtà l'origine della parola viene dalla deformazione da parte dei birrai bavaresi, del nome della città di origine di questo tipo di birra e cioè Einbeck (Bassa Sassonia). Di certo c'è che l'idea di potenza e di selvaticità dell'animale, calzano abbastanza bene con questa birra forte. La prima domanda da porsi quando ci si trova ad avere a che fare con certe bestiacce è: "Riuscirò ad addomesticarla?". Si tratta in effetti di un problema da non sottovalutare ma seguendo alcune semplici indicazioni chiunque sarà in grado di farsi amico il famigerato caprone:
1. non mostrate mai di temerlo;
2. non voltategli mai le spalle;
3. muovetevi lentamente e parlate con tono fermo e deciso;
4. quando vi alzate dal tavolo appoggiatevi da qualche parte;
5. non prenotate il campo da tennis per la mattina dopo.
Per il resto non c'è molto da dire, salvo che se un giorno scopriste di esservi innamorati del Caprone e pensaste di andare in qualche modo contro Natura, dovrete tenere conto del fatto che pur trattandosi effettivamente di un sentimento in qualche modo riprovevole, al "Birrificio Italiano®" è un problema molto diffuso. Fidatevi di Lui e lasciate persino che approfitti di voi (perché no!, non c'è limite alla depravazione): dormirete sonni tranquilli e profondi, ve lo posso garantire.  Scheda tecnica:
La "Bibock®" è una birra leggermente ambrata, a fermentazione bassa, prodotta per decozione e con il 6,2 % di alcool in volume (16 gradi saccarometrici in peso), corposa ma secca e abbastanza amara. Si tratta di una ricetta sviluppata al "Birrificio Italiano®" di Lurago Marinone, ispirandosi liberamente alle "Bock" della migliore tradizione tedesca.

Ingredienti: 
acqua di durezza totale attorno ai 30° Francesi
luppolo: Hallertauer Magnum (1a e 2a aggiunta) e Hallertauer Hersbrücker (3a aggiunta)

malti tipo Pilsener, Monaco e Caramello di provenienza tedesca e francese

lievito tipo Saccharomyces carlsbergensis proveniente dai laboratori della università birraria di Baviera (Weihenstephan). Si utilizza quello selezionato per la "Prima®" adattato al mosto di "Bibock®"

Ricetta originale sviluppata presso il "Birrificio Italiano®" di Lurago Marinone.


Dalle sessioni di degustazione tenute al "Birrificio Italiano®" nel giugno 1998 nel corso del ciclo di incontri: “Una passione, una cultura, una tecnologia: la birra!”.

Scheda sensoriale:
Birra di colore ambrato chiaro con schiuma bianca e compatta non molto persistente. Leggero perlage e medio livello di saturazione carbonica. Caratteri marcanti il tipo: aroma e profumo di luppolo fresco. Caratteri di media intensità: sapore dolce/amaro, pastoso con retrogusto amaro; odore e aroma di frutta, in particolare agrumi (chinotto) e spezie (arancio di Curacao) aroma di lievito fresco. Caratteri a debole intensità: sapore di malto e rinfrescante; aroma e profumo di malto (pilsener e caramello), frutta (banana e albicocca), fiori (gelsomino) con un sentore di burro o margarina.


domenica 8 gennaio 2012

Amber shock

Nella gamma del Birrificio Italiano la Amber Shock (o “l’imprevedibile”) è birra che esiste solo nella versione in bottiglia, nella quale è stata fatta rifermentare e maturare per 4 settimane attraverso un particolare procedimento. In produzione dal 1996, per questa birra vengono usati luppoli Hallertauer Magnum e Perle, malti caramello, Pilsener e Monaco e il “classico” ceppo di lievito che il birrificio di Como ottiene dai laboratori della università birraria di Baviera (Weihenstephan).
Ha un bel colore ramato brillante, schiuma fine, cremosa e abbastanza persistente, con una frizzantezza accentuata. La Amber è un po’ il regno del luppolo, che si avverte prorompente nell’aroma assieme ai malti caramellati e ad un sentore agrumato abbastanza tenue, per la verità. Lo stesso luppolo condiziona prepotentemente, all’inizio, l’impatto al palato, lasciando poi il passo a sentori dolciastri più diffusi (frutta, ananas, banana, agrumi), con un finale caratterizzato da frutta secca (noce, mandorla). Il corpo è snello, beverino, ma non banale e regala un finale abbastanza svelto e improntato ad un’amarezza erbacea.
La Ambershock si è classificata al 2° posto sia nel 2006 che nel 2007 nel premio Birra dell’anno nella categoria a bassa fermentazione >14 plato.

domenica 1 gennaio 2012

A GRANDE RICHIESTA .... Anisakis

Anisakis

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Anisakis
Anisakids.jpg
Anisakis sp. nell'intestino di Clupea harengus


















Ciclo biologico [modifica]


Il ciclo vitale e infettivo del parassita.
Questi parassiti si trovano, allo stadio adulto, nell'addome dei mammiferi marini (balene, foche, delfini), più precisamente nello stomaco, e sono visibili a occhio nudo. Nei pesci sono presenti all'interno delle carni, prevalentemente nella parte inferiore, dove assumono una colorazione biancastra.
Le specie di anisakis svolgono il loro ciclo biologico in ambiente marino. Le uova vengono rilasciate in acqua attraverso le feci dei mammiferi marini e si sviluppano vari stadi larvali. Subito dopo la schiusa vengono ingeriti dai primi ospiti intermedi, di solito i piccoli crostacei che costituiscono il krill. Il krill a sua volta viene ingerito dal secondo ospite intermedio, o paratenico (cioè in cui il parassita non può svilupparsi e crescere), che è il pesce. A questo punto si sviluppa l'ultimo stadio larvale che può passare direttamente al suo ospite definitivo (mammiferi marini) per il completamento del suo ciclo biologico, oppure può trovarsi accidentalmente in un altro ospite, definito per questo accidentale (nel quale il parassita non evolve a successivi stadi di sviluppo), che può essere l'uomo se quest'ultimo si ciba di pesce crudo o poco cotto che contenga al suo interno la larva di Anisakis.

Descrizione [modifica]

Questi nematodi, visibili a occhio nudo, misurano dai 1 ai 3 cm, vanno dal colore bianco al rosato, sono sottili e tendono a presentarsi arrotolati su se stessi.

Implicazioni sanitarie [modifica]

Le larve di anisakis possono costituire un rischio per la salute umana in due modi:
  • parassitosi causata da ingestione di pesci crudi contenenti le larve;
  • reazione allergica ai prodotti chimici liberati dalle larve nei pesci ospiti.

Anisakidosi 

La gravità della malattia che apportano dipende sia dalla quantità di parassiti ingeriti sia dalla sensibilità individuale del consumatore. I sintomi vanno da semplici disturbi gastro enterici (dolori addominali, vomito, diarrea) alla possibile perforazione intestinale e dello stomaco.

Reazioni allergiche

Le sostanze biochimiche secrete dalle larve all'interno dei pesci che le ospitano possono causare delle reazioni anafilattiche in individui sensibili.
I prodotti ittici più a rischio sono:
Oltre a questi prodotti possono essere colpiti molti altri prodotti ittici. In tutti i casi, anche per i prodotti non elencati, è necessario attuare delle norme preventive per evitare la trasmissione dell' Anisakis.

Prevenzione

Per prevenire la trasmissione dell'infezione bisogna sia provvedere all'eviscerazione del pesce nel più breve tempo possibile dopo la pesca (che può non avvenire) sia alla eliminazione del parassita con metodi basati sull'esposizione ad alte temperature o, al contrario, molto basse:
  • il trattamento con basse temperature avviene in stabilimenti autorizzati specificamente allo scopo. Il Regolamento CE N. 853/2004[1] prescrive che i prodotti ittici che vanno consumati crudi o praticamente crudi devono essere congelati a una temperatura non superiore a –20 °C in ogni parte della massa per almeno 24 ore; la Food and Drug Administration richiede di mantenere la temperatura a -20 °C per almeno 7 giorni. (Regolamento alimentare, 2009). Questi Regolamenti sono applicati secondo procedure specifiche e complesse.
  • esposizione ad alte temperature: il parassita muore in seguito all'esposizione a temperature sufficientemente elevate per un tempo adeguato. La scelta delle temperature e dei tempi di applicazione dipende anche dalla individuazione di altri possibili agenti infettivi in causa.
Considerando che esistono microrganismi resistenti al congelamento, un'adeguata cottura è il sistema di preparazione sicuramente migliore anche rispetto al trattamento con basse temperature per inattivare l'anisakis in stabilimenti autorizzati specificamente a questo scopo. Queste misure sono necessarie esclusivamente per fronteggiare i rischi dovuti alla presenza dell'anisakis.

Trattamento

In alcuni casi l'infezione si risolve solo con un trattamento sintomatico.[2] In qualche caso l'infezione può portare a una ostruzione dell'intestino tenue, che potrebbe richiedere l'intervento chirurgico,[3] benché siano riportati casi di successo di un trattamento con solo albendazolo, senza chirurgia. È anche possibile un'emergenza medica come la perforazione intestinale.[4]

MIDNIGHT BONFIRE






FLAMINGOES - Villa invernizzi - MiLANO